Come studente di silvicoltura, a Peter Wohlleben è stato insegnato a vedere gli alberi esclusivamente come un prodotto commerciale. Ma dopo aver fatto parte del dipartimento forestale tedesco e aver gestito una foresta, è diventato presto disilluso da pratiche come il disboscamento, l’uso di prodotti chimici e la raccolta meccanica che promette profitti a breve termine a scapito della sostenibilità.

Poi Wohlleben è stato assunto da un sindaco per occuparsi della foresta locale in modo ecologico. Oggi si prende cura delle foreste senza usare degli insetticidi o dei macchinari pesanti e gli alberi vengono raccolti a mano e trascinati da cavalli. Ha anche avviato un progetto che ha chiamato “lapide vivente” in cui i cittadini pagano l’equivalente del valore commerciale di un antico albero per seppellire le loro ceneri alla sua base. La foresta, da un’attività in perdita è diventata produttiva.

In un’intervista a Yale Environment 360, Wohlleben, autore di The Hidden Life of Trees, spiega che gli alberi sono organismi sofisticati che vivono in famiglie, aiutano i loro vicini malati, hanno la capacità di prendere delle decisioni e combattono i predatori. Wohlleben è stato criticato per dare delle caratteristiche umane agli alberi, ma sostiene che per riuscire a preservare le nostre foreste in un mondo in rapido riscaldamento, dobbiamo iniziare a guardare agli alberi con una luce completamente diversa.

 

YE 360: Nel tuo libro tu scrivi: “Quando ho iniziato la mia vita da guardia forestale, sapevo tanto della vita segreta degli alberi tanto quanto un macellaio può conoscere quella degli animali.”

Peter Wohlleben: Agli studenti di silvicoltura viene insegnato a come raccogliere la legna, quali macchinari utilizzare, come affilare la lama di una motosega, come vendere il legname, e quale prezzo aspettarsi, tutto qui. Da giovane guardia forestale mi fu detto di fare dei lavori di disboscamento e di utilizzare degli insetticidi. Ho pensato: “Ei, un momento! Io sono una persona che vuole proteggere la natura, e adesso mi viene chiesto di distruggerla!”

Ho visitato alcune altre aree che operavano in modo ecologico e ho pensato che fosse quello il modo in cui i boschi dovrebbero essere gestiti. Ma il problema è che pensavo ancora agli alberi come merce, come qualcosa da vendere, non li pensavo come esseri viventi. Ho dovuto imparare dalle persone della comunità in cui si trova la mia foresta ad osservare da vicino gli alberi, per vederli come individui. Ho anche iniziato a leggere le ultime ricerche scientifiche che mi hanno mostrato una nuova immagine degli alberi come esseri profondamente sensibili e sociali.

YE 360: Esseri sociali?

Wohlleben: Da guardia forestale, ho imparato che gli alberi lottano l’uno contro l’altro per la luce e per lo spazio. Ma ora stiamo imparando che gli individui di una specie stanno anche cooperando insieme, stanno collaborando tra di loro.

YE 360: In che modo esattamente gli alberi cooperano tra loro?

Wohlleben: Gli alberi madri allattano i loro figli, nutrono i giovani alberi con gli zuccheri prodotti dalla propria fotosintesi per impedirgli di morire. Gli alberi della foresta della stessa specie sono collegati dalle radici, che crescono insieme come una rete. Le punte delle radici hanno strutture simili al cervello, sono altamente sensibili e possono distinguere se la radice che incontrano nel suolo è la loro, è la radice di un’altra specie, oppure la radice di un albero della loro stessa specie. Se incontrano un albero simile, non so se gli scienziati sappiano ancora come questo accada, ma abbiamo misurato questo fenomeno con delle molecole di zucchero marcate radioattivamente, c’è un flusso nutritivo da alberi sani ad alberi malati in modo che essi abbiano una quantità di cibo e di energia disponibili.

YE 360: Quali sono i benefici che gli alberi sani ricevono dal nutrire i loro compagni malati?

Wohlleben: Se gli alberi malati muoiono e cadono, si aprono degli spazi vuoti nella foresta. Il clima diventa più caldo e più secco, e per gli alberi che rimangono l’ambiente diventa più difficile. Nella foresta che gestisco, gli studenti dell’Università di Aquisgrana hanno fatto uno studio che mostra che le parti della foresta che crescevano naturalmente erano di 3 gradi più fredde di quelle che sono gestite e manomesse dagli umani.

Il mondo sta cercando di limitare i cambiamenti climatici che arrivano a 2 gradi, ma le foreste vergini possono fare anche meglio di così. Le foreste creano il proprio microclima. Quando diradiamo le foreste, la temperatura aumenta, l’umidità diminuisce, l’evaporazione aumenta e tutti gli alberi iniziano a soffrire. Quindi gli alberi hanno interesse nel sostenersi l’un l’altro per mantenere in salute tutti i membri della comunità.

YE 360: Nel libro racconti una storia straordinaria sugli alberi che mantengono vivi i ceppi vicini.

Wohlleben: Questo faggio è stato tagliato 400 o 500 anni fa da un produttore di carbone, ma il moncone è ancora vivo, abbiamo trovato della clorofilla verde sotto la corteccia. L’albero non ha foglie per produrre zuccheri, quindi l’unica spiegazione è che è stato aiutato dagli alberi vicini per più di quattro secoli. Ho fatto questa scoperta da solo, e in seguito ho appreso che anche altri silvicoltori hanno osservato lo stesso fenomeno.

Richard Schiffman

(Questo articolo è stato pubblicato in origine dal Yale School of Forestry & Environmental Studies, ed è parzialmente riprodotto qui senza permesso specifico da parte dell’autore, che non è affiliato né con questo sito web né con la sua filosofia)