Il maestro spirituale si sente ravvivato quando i suoi discepoli stanno avendo buoni risultati. All’inizio del nostro cammino in Coscienza di Krishna, tutto ruota attorno a quello che facciamo, ma quando maturiamo, tutto ruota sempre di più attorno a ciò che siamo. Quindi dovremmo cercare di coltivare alcune qualità che miglioreranno in modo decisivo la nostra vita spirituale.

Delle forti personalità

Se penso a quello che mi piacerebbe essere, penso che vorrei diventare una persona forte, forte nell’integrità, forte nel carattere, una persona che mantiene la parola, una persona che segue dei principi, indipendentemente dal fatto che ci sia un guadagno o una perdita, del piacere o della sofferenza.

Questo è quello che vorrei essere e questo è quello che vorrei trasmettere a tutti i miei discepoli. Vorrei che i miei discepoli fossero persone che vivono secondo dei principi, che mantengono la parola data indipendentemente dalla situazione, che riconoscono che l’energia illusoria è forte, ma che, rimanendo critici di sé stessi, non cadano preda della loro mente e dei loro sensi. E che sappiano dire: “No!”

Per fare questo bisogna essere forti nella conoscenza. La conoscenza non è questione di pappagallismo ma è questione di ascolto, di assimilazione e di riflessione.

Gran parte della mia coscienza di Krishna proviene dal riflettere sulle cose. Non solo dall’ascoltare e leggere lo Srimad Bhagavatam, ma dal meditare su di esso: “Cosa significa questo per me?” “Che effetto può avere quello che sto leggendo su di me?”

Per esempio, quando leggo che siamo eterni servitori di Krishna, allora penso che qualunque cosa succeda, noi siamo sempre servitori di Krishna! Niente al mondo può cambiare questo fatto! Questo modo di pensare può portarci ad essere quelle che Srila Prabhupada definiva “delle persone riflessive che pensano in modo indipendente” Questo significa molto per me. Sto cercando delle perone che riflettono profondamente su quello che stanno facendo della loro vita e sul perché lo stanno facendo. Sto cercando delle persone che vivono in modo molto consapevole e in questo modo diventano forti nella loro convinzione e che pensano in modo indipendente.

Una cosa che ho imparato osservando Tamal Krishna Maharaja è che il compito principale del maestro spirituale è quello di dare una visione più grande di quella che i discepoli hanno di sé stessi. Voglio discepoli che abbiamo un obbiettivo nella loro vita, che sappiano dove stanno andando e cosa stanno cercando di ottenere in questa vita, e io sarò felici di aiutarli in questo.

Un’altra qualità che vorrei vedere nelle persone è la gentilezza. La gentilezza è così importante! Tutti vorremmo ricevere della gentilezza, ma essere gentili è così difficile. Nonostante ciò, questo è qualcosa che trovo in una personalità forte. E’ qualcosa che tutti noi dovremmo provare a coltivare. Sarei così felice se i miei discepoli fossero riconosciuti per la loro straordinaria gentilezza, per me sarebbe una vera vittoria, perché la gentilezza conquista veramente il cuore, è questo che fa veramente la differenza. E’ una qualità che ho veramente apprezzato in Srila Prabhupada. Srila Prabhupada è molto elevato, ma vediamo in lui una persona molto gentile e saggia. Questo è quello che desidero diventare.

Un’altra cosa importante è cercare di coltivare l’umiltà. Non è possibile sviluppare dell’amore per Dio se nei nostri cuori non c’è umiltà. Una persona orgogliosa è così piena delle sue idee…e come può ascoltare? Ma se siamo umili, allora comprendiamo di aver bisogno di misericordia.

Quindi una persona umile desidera ascoltare, ed essere desiderosi di ascoltare da personalità superiori porta a dei risultati straordinari. Quando le persone desiderano ascoltare, allora il Vaisnava anziano che parla apre il suo cuore. Sarà naturalmente entusiasta dal vedere il desiderio degli altri di ascoltarlo e scoprirà che ci sono così tante realizzazioni nel suo cuore che non sapeva nemmeno di avere! Nelle relazioni tra Vaisnava, lo stato d’animo di intimità e di vicinanza è uno stato d’animo di profonda amicizia e di accettazione.

L’umiltà è la qualità che ci fa essere pronti a vedere il buono negli altri e a riconoscere che tutti possono dare un contributo di valore. Tra i Vaisnava si sviluppa un’atmosfera di stima.

Il muro del falso ego è cementato dall’orgoglio: “io” e “mio”. Quando siamo orgogliosi del ”io” e del “mio”, quel muro diventa più alto, più spesso e più forte. Coltivando l’umiltà assottigliamo il muro del falso ego, e gradualmente arriviamo al punto in cui prendiamo rifugio in Krishna e poi iniziamo a cantare con il cuore e a danzare in estasi.

In questo modo facciamo un foro nel muro del falso ego e guardando in esso potremo intravedere Krishna. A poco a poco facciamo sempre più buchi che ci permettono di intravedere Krishna sempre di più, finché un giorno di quel muro di falso ego non rimarrà quasi nulla. A quel punto Krishna sarà così gentile da apparire personalmente, andrà su quel muro e lo abbatterà! Lo farà a pezzi personalmente. Il filo che collega tutti i mantra che recitiamo è il filo dell’umiltà. L’umiltà è la chiave del successo nella vita spirituale. Il nostro destino dipende dalla recitazione e dal canto del santo nome, e questo deve essere fatto nello spirito di umiltà, perché questo ci darà accesso alle benedizioni e quando c’è umiltà, naturalmente evitiamo anche le offese.

(Dal libro Guru e discepolo di Kadamba Kanana Swami)