Passata la festa gabbato lo santo significa che quando preghiamo un santo siamo sinceramente desiderosi di chiedergli un aiuto, ma una volta ottenuto quello che volevamo, ci dimentichiamo di lui.

Oppure può anche voler dire che quando un santo (un sadhu) viene a trovarci mostriamo il nostro aspetto migliore, ma poi quando è andato, tutto torna come prima. Naturalmente non dovrebbe essere così e per fortuna, non sempre è così.

Quando il santo arriva lo accogliamo con dei sorrisi, siamo a mani giunte, rispettosi e anche un po’ timorosi. Il santo, il sadhu, ci chiede come sta andando, e noi rispondiamo: “Bene, benissimo.”

In sua presenza cerchiamo di fare il meglio, di dare il meglio di noi stessi e magari di essergli vicino, qualcuno potrebbe fare una foto e anche noi saremo in quella foto, accanto a lui. Se possibile parleremo con lui dei nostri problemi e dei nostri progetti, e chiediamo anche una buona parola, dei consigli e le sue benedizioni, e quello che dice, se ci ha colpito, lo diciamo agli altri.

La sua presenza qualcosa ci ha lasciato, e a volte basta un incontro per cambiarci la vita, il suo esempio, le sue parole sono entrate dentro di noi profondamente e noi modelliamo la nostra vita secondo i suoi insegnamenti.

Ma poi il santo va via e spesso noi torniamo alla normalità. Con il santo tutto era bello, tutto andava bene e noi eravamo bravi. Ed era vero, era proprio così. Ma poi quando è andato ci siamo ritrovati, magari un po’ meglio di prima, forse quasi come prima.

Forse lo abbiamo imbrogliato? La festa è passata e noi abbiamo gabbato il santo, o almeno credevamo.

Ma se il santo rimane, non riusciremo a imbrogliarlo facilmente.

E così il suo esempio, le sue parole, il suo comportamento entrano dentro di noi sempre di più. Quello che prima a volte era solo un modo esteriore di essere, diventa sempre più vero. Prima era qualcosa di superficiale, ma adesso, impercettibilmente e senza nemmeno che noi ce ne accorgiamo, la nostra coscienza di Krishna, e le nostre buone qualità, aumentano di spessore. Le persone vedono un cambiamento in noi, sono ispirate e sentono che c’è qualcosa di molto più attraente della vita materiale. Noi sentiamo che stando con lui, il santo, ci sentiamo più devoti di Krishna, più vicini a lui e agli altri. Sentiamo che quello che stiamo facendo è importante, ed è la cosa più importante da fare, e che la vita spirituale è miliardi di volte più importante di qualsiasi altra cosa al mondo.

Siamo forgiati, formati dalla sua presenza e dalla presenza di altri santi.

Davvero? Ma dove sono questi santi? Che invece sia stato forse lui a gabbarci? Stando un po’ con noi e poi andando via?

Ma i santi sono ancora pochi, hanno tante persone da visitare, quando arrivano da noi stiamo con loro il più possibile, diciamo loro di rimanere e di tornare a trovarci. Oh, se il santo potesse rimanere con noi! Sarebbe così bello e tutto sarebbe più facile. A volte può succedere e a volte no.

In ogni caso, prendiamo come un tesoro la sua compagnia, e facciamo tesoro delle sue parole e soprattutto del suo buon esempio.

Poi ci guardiamo intorno e scopriamo che lui e lei, le persone che ci sono vicino, hanno delle qualità che non avevamo mai notato prima. In loro presenza cerchiamo di essere la miglior versione di noi stessi, questo perché teniamo molto alla loro compagnia, li stimiamo molto e non vogliamo assolutamente perdere la loro amicizia. Sentiamo che stando con loro ci sentiamo più devoti di Krishna, più vicini a lui e agli altri.

Vogliamo esser come loro e diventare anche noi dei santi, dei sadhu. Faremo grandi o piccole cose, ma non importa. Si, saremo dei bravi devoti, delle persone responsabili e affidabili, con la nostra presenza, le nostre parole il nostro buon esempio e questo senza clamore e senza titoli.

E così il loro esempio, le loro parole, il loro comportamento entrano dentro di noi sempre di più. Quello che prima a volte era solo un modo esteriore di essere, diventa sempre più vero. Prima era qualcosa di superficiale, ma adesso, impercettibilmente e senza nemmeno che noi ce ne accorgiamo, la nostra coscienza di Krishna, e le nostre buone qualità, aumentano di spessore. Le persone vedono un cambiamento in noi, sentono che c’è qualcosa di molto più attraente della vita materiale e sentiamo che quello che stiamo facendo è importante, ed è la cosa più importante da fare, e che la vita spirituale è miliardi di volte più importante di qualsiasi altra cosa al mondo.

Gopinath Prema das (articolo e illustrazione)