Esco, come faccio spesso, a distribuire alle persone del prasadam, i love cookies [i biscotti d’amore] come li chiamo io. A volte va bene a volte meno, a volte va proprio male; ma generalmente, alla fine della settimana, se tiriamo le somme, possiamo vedere che ho avuto degli incontri positivi con le persone, ho pregato con sincerità e qualcosa ho dato alle persone, del prasadam, un po’ di gentilezza e spero un po’ più di fiducia in Dio.

Ma ieri è iniziata male; esco solitamente abbastanza fiducioso ed entusiasta, ma forse sarà stato il paese dove mi trovavo o forse le persone erano particolarmente apatiche o forse lo ero io! Ed impercettibilmente ho comiciato a scoraggiarmi e a un certo punto noto che nessuno reciproca con me, il loro disinteresse è totale.

Vado avanti ancora per un po’ di tempo, ma ecco che mi ritrovo a un vicolo cieco e non riesco più ad avere la forza di parlare con la gente.

Mi fermo a pensare, da cosa dipenderà mai tutto questo? Mi fermo a riflettere e, pensandoci bene, concludo con questi pensieri apparentemente atroci:

Oggi non ho nessuna voglia di parlare con le persone, non mi interessa assolutamente, e non provo nessun sentimento per nessuno. Vorrei solo fermarmi e stare un po’ tranquillo.

Riguardo i miei pensieri, e poi li riguardo ancora. E penso che questa volta ho detto la verità, quello che veramente provo dentro di me in quel momento. Penso di aver detto una verità imbarazzante, forse agghiacciante, ma comunque la verità. Parlo a Krishna, e aggiungo: “Caro Signore, Krishna, non ho nessuna voglia di andare avanti, non provo nessun sentimento, cosa ci posso fare?”

Dopo aver espresso questi pensieri, senza nemmeno accorgermene, mi ritrovo più sereno, piu tranquillo. Forse è come dicono, che la verità rende liberi o forse che confessando qualcosa, fosse quel qualcosa anche una grave colpa, ci si sente più leggeri?

Caro Signore, Ti ho detto la verità.

In quel momento curiosamente ritrovo la forza di rimettermi in cammino, il cuore più leggero e incontro una persona abbastanza interessata e benevola nei miei confronti. Proseguo ancora e piano piano i buoni sentimenti cominciano a risorgere, incontro altre brave persone e quando viene il momento della pausa, ci penso ancora e credo che sia così, che Krishna ha reciprocato con me, con la mia candida sincerità, una sincerità che in quel momento mi ha fatto dire veramente a Krishna ciò che pensavo; non Gli ho mentito e non ho mentito a me stesso.

Ho parlato con Lui, mi sono rivolto a Lui e gli ho espresso i miei pensieri. Ho considerato Dio una persona che mi può ascoltare e mi può comprendere.

Tutto questo mi ha fatto ricordare un episodio nel quale un devoto di Krishna Lo adorava come d’uso offrendoGli degli incensi e dei fiori. La sua adorazione andò avanti per anni. Era una persona piuttosto povera e un giorno notò che li vicino, altri, invece di adorare Krishna, adoravano Shiva ed erano diventati ricchi al punto che vivevano nell’agio. Cosi decise di smettere la sua adorazione a Krishna e di adorare anche lui Siva. Così fece e cominciò la sua adorazione quotidiana offrendo alla murti di Shiva vari articoli tra cui incensi e fiori profumati. Un giorno, mentre offriva un incenso a Shiva, notò che una leggera brezza stava facendo andare il fumo dell’incenso verso la murti di Krishna. Allora in preda a una grande collera, si avvicinò immediatamente alla murti di Krishna, e con del cotone le tappò le narici. Poi ad alta voce e in modo risentito disse:

Non mi hai dato mai nulla! E adesso non ti faccio nemmeno sentire il profumo dell’incenso che ho offerto a Shiva! Nemmeno quello!

In quel momento avvenne il miracolo.

Krishna gli parlò con dolcezza e gli disse:

Per anni mi hai trattato come una statua, ma finalmente adesso per la prima volta ti sei accorto che esisto veramente, che sono una persona….

 

Aspettiamo i vostri commenti a questa storia… : )

Sajjana Ashraya das