Da giovani eravamo fisicamente più attivi, ma adesso le ginocchia sono deboli e ci fanno male le spalle, i denti cominciano a cadere e la vista si sta offuscando. I nostri organi si stanno deteriorando, velocemente o gradualmente.

Vedere i giovani che corrono o fanno le cose che noi non possiamo più fare ci ricorda la nostra giovinezza e pensiamo: “Se  potessi correre ancora!” La mente si aggrappa a questi pensieri e li ingrandisce, e immediatamente un seme di desiderio viene piantato ed esso fruttificherà nella prossima vita. Certo, è molto possibile che nella prossima vita correremo ancora. Cosa non abbiamo fatto in questa vita? Cosa hanno avuto gli altri, che noi abbiamo voluto intensamente ma non abbiamo ottenuto? La bellezza? La forza? La ricchezza? Il sapere? Il successo? Che colore di capelli avreste voluto avere? Avete invidiato e desiderato avere la fama che altri hanno ottenuto? Volete che le vostre tasche trabocchino di soldi? Una moglie o un marito più belli e affettuosi? “Se fossi stato più intelligente!” Oppure: “Se avessi avuto più memoria!” “Se fossi stato più alto…oppure più basso, o più bella, o avessi avuto i capelli lisci o magari più ricci!” Cosa vogliamo provare ancora? Le persone accettano e accolgono queste fluttuazioni mentali e pensano: “Avrei potuto essere felice, se solo….” Questi pensieri capricciosi e speranzosi non sono né innocenti né innocui. In effetti sono dei pensieri di speranza che ci trasportano da una nascita all’altra e poi a un’altra ancora in un infinito futuro fatto di un vagare inconcludente. È molto meglio trovare la concentrazione spirituale. Non ascoltate le continue proposte della mente, i «Se solo…», specialmente quando recitate il japa. L’unica proposta che vale la pena di sentire è quella che dice “Se solo avessi dell’amore per Sri Sri Radha e Krishna!” Il resto non ha alcun valore. Ignorate la mente che non vi porta da Krishna. Ma se la mente si attacca molto al desiderio di diventare un vero devoto, non ignorate quella mente. Tutti gli altri attaccamenti ed emozioni ci intrappoleranno nel mondo materiale e fermeranno il nostro japa; saremmo poi costretti a soddisfare la nostra lunga lista di desideri e di sogni; la nostra ricerca di felicità nel deserto della vita materiale. Diventeremo mai felici se non impariamo a tenere nel nostro cuore i piedi di loto di Radha e Krishna? Non che fra quarant’anni vi chiederete “Perché non ho ascoltato i Santi Nomi?” Ci sono state date tante speranze. Nama cintamani krishna: il Santo Nome è una pietra filosofale. Quando questa cintamani viene in contatto con del ferro lo trasforma in oro. Allo stesso modo il Santo Nome di Krishna può trasformare il ferro del cuore nell’oro del desiderio di servire Krishna. Ma perché questo succeda, dobbiamo accogliere il Santo Nome con coscienza. Non è veramente possibile accogliere il Santo Nome e pensare incessantemente a una successione di speranze materiali.

(tratto dal libro ‘Japa’, di Bhurijana dasa)