Avete mai sentito chi guida il kirtan dire “Cantate con il cuore!”? Ma cosa intende?
Noi abbiamo tre cuori: il cuore come organo fisico, il cuore emotivo e il cuore spirituale. Ogni volta che vogliamo essere in sintonia con il canto del Santo Nome ci riferiamo al terzo cuore, al cuore con il quale proviamo dei sentimenti spirituali. Per esempio, quando leggiamo lo Srimad-Bhagavatam avete notato che vi sentite sollevati? Che vi sentite come se foste volando sopra le nuvole? Questo è un effetto del cuore spirituale.
Esiste una linea molto sottile tra la realtà materiale e quella spirituale, e quella linea passa attraverso il vostro cuore. Se imparate ad attraversare quel confine, vi ritroverete nella realtà spirituale. Perché? Perché è lì che vivete con il Signore; il Signore è proprio lì nel vostro cuore con il vostro “io”. E nel momento in cui vi rivolgete a Lui, Egli vi conduce nello spazio divino, nella realtà spirituale, ed è così che entriamo nella realtà spirituale. Queste esperienze sono completamente diverse da qualsiasi altra esperienza che avete avuto in questo mondo.
Dovremmo cantare il Santo Nome da questo cuore spirituale, il luogo più profondo, e con tutti noi stessi, supplicando la Coppia Divina di poterli servire. Per aiutarci a capire questo punto, Srila Rupa Goswami ha scritto: “Proprio come i ragazzi desiderano le ragazze e le ragazze desiderano i ragazzi, mio caro Signore, fai che la mia mente sia attratta da Te.”
Questa preghiera mostra che dovremmo utilizzare le nostre emozioni più intense e dirigerle verso il Signore. In questo mondo le emozioni più intense sono i sentimenti che esistono tra ragazzi e ragazze. Quando si incontrano e quando i loro incontri non sono dettati solo dalla lussuria, c’è la sensazione che “insieme potremmo fare di più che se fossimo da soli”. Le coppie felici provano questa sensazione. Non è una sensazione fisica, ma proviene da un luogo molto più profondo. I monaci provano una sensazione simile quando incontrano un caro amico. Questo tipo di sentimento non è filosofico o intellettuale, è spontaneo e reale. Questi sono i tipi di sentimenti profondi che vogliamo offrire a Krishna. Questo è il motivo per cui diciamo: “Cantate con il cuore!” Intendiamo dire: da un luogo più profondo. Il Signore era con voi prima della vostra nascita, è uscito con voi dal grembo di vostra madre, vi ha accompagnato e protetto durante la vostra infanzia e sarà lì con voi quando sarete sul letto di morte. Viaggia sempre con voi. È una relazione molto intima e un devoto vuole offrire la stessa intimità a Krishna dicendo il Santo Nome con i sentimenti di un cuore spirituale vivo.
Miei cari devoti, alcuni sentimenti ci devono essere, i sentimenti sono quelle cose di cui non vogliamo parlare ma che ci guidano, non importa se lo riconosciamo o no, e devono essere utilizzati per servire Krishna. Krishna è il vostro prana-bandhu, il vostro migliore amico.
Questo è quello che Egli dice nella Gita (Bhagavad-gita 5.29).
Lo Srimad Bhagavatam (4.29.51) riprende questo punto di vista di pensare al Signore con sentimento e dice che chi capisce che Krishna è il suo migliore amico perde la sua paura dell’esistenza materiale e diventa un maestro spirituale. Essere un guru significa capire che Krishna è il nostro migliore amico.
Quindi miei cari devoti, è fondamentale cantare il Santo Nome con sentimento. Ricordate le parole di Srila Prabhupada che disse che dobbiamo cantare come un bambino che piange per chiamare la madre. Allora il Signore ci ascolterà e noi reciprocheremo con lui. Krishna dice ad Arjuna: “Quando un devoto viene davanti alla mia murti e danza con le lacrime agli occhi, io sono conquistato da lui. E non sono conquistato da nessun altro.”
Sacinandana swami