“Esistono parecchi libri e corsi che insegnano a ritrovare la propria armonia interiore e io raccomando vivamente di seguirli… ma invece quello che io insegno è un approccio diverso, quello di dare un nuovo assetto alla propria vita facendo ordine in casa ed eliminando tutto quanto è inutile.”
Questa frase di Karen Kingston, tratta dal suo libro Via la polvere dalla casa e dalla mente, è molto interessante per la sua stupefacente semplicità, come se volesse dire: “Va bene l’amore universale, ma comincia a pulire la casa!” Il traguardo sono i grandi ideali, ma cominciamo in piccolo, con il pulire la casa, fare ordine, eliminare tutto quello che è inutile. Può essere che dovremmo riordinare ogni aspetto della nostra vita partendo dalle cose più semplici e umili, come la pulizia della casa, e per chi cerca di vivere una vita spirituale lo spazio abitato è uno spazio da valorizzare molto perché non è più una semplice casa, è un ashrama. Vediamo come, nell’adorazione delle Divinità, il tempio, l’altare e la cucina sono sempre tenuti perfettamente puliti, tutto è raggiante di sattva guna e non si pulisce per togliere lo sporco, ma per mantenere sempre tutto perfettamente pulito e ordinato, e così la pulizia e l’ordine, anche nelle cose più semplici, fanno parte integrante delle pratiche spirituali e questo ci aiuta ad avere una mente pulita. Srila Prabhupada ci ha detto che la pulizia ci avvicina a Dio e sottolineava molto questo punto con i suoi discepoli. Sri Caitanya Mahaprabhu ha dimostrato questo principio nel lila (divertimento) della pulizia del tempio di Gundica; i devoti pulivano il tempio ed erano assorti nel canto del maha mantra. Esiste dunque una connessione tra la pulizia e il Santo Nome.
In casa e nelle relazioni non ufficiali ci lasciamo andare, ed ecco che appare il nostro io più vero e anche quello più…falso, quello che magari pochi conoscono, la parte più bella di noi, ma a volte anche quella più problematica, meno pulita. Il punto da considerare è che è più facile mantenere un atteggiamento gentile con chi conosciamo poco e contenere le nostre emozioni negative con loro, ma a casa le difese si abbassano e la familiarità può portare anche a tensioni e litigi. A questo proposito ricordo un’arguta osservazione: “Ci sono persone che dicono ‘io amo il mondo, dò amore alle persone, amo tutti come fratelli’ ma poi litigano sempre con il vicino di casa.”
La vita spirituale in coscienza di Krishna necessita una pulizia profonda, la più profonda. Dobbiamo lavorare e fare pulizia degli anartha e, per fare questo, assumere delle buone abitudini, specialmente quella di cercare di mettere in pratica in ogni circostanza le qualità vaishnava, e la prima è il servizio compiuto con devozione.
La vita è come un teatro e gli attori che compaiono sulla nostra scena non sono lì per caso, ognuno di loro entra in scena nei luoghi e nei momenti per noi più inaspettati ma sempre al momento giusto e per fare la sua parte, a volte ci dà il suo messaggio e poi scompare dal palco, a volte invece rimane sulla scena per molto tempo. E tutto viene orchestrato da Krishna, la Persona Suprema, la nostra Guida Costante, il Regista Supremo; e tutto è fatto per darci un insegnamento: ogni persona che incontriamo, che conosciamo, a cui telefoniamo o mandiamo una mail, la moglie, il marito, i figli e chiunque altro e qualsiasi occasione sono stati messi lì apposta, sono il nostro banco di prova, la nostra possibilità quotidiana di mettere in pratica quello che stiamo imparando e stiamo vivendo, e se abbiamo un cuore pulito la nostra vita può diventare come una poesia o una bellissima opera teatrale dove tutti fanno la loro parte e tutti ci aiutano a tornare all’amore puro del mondo spirituale.
Sajjana Ashraya das