I devoti spesso si chiedono quale sia il significato della stabilità: alcuni ritengono che il recitare sedici giri al giorno e seguire i quattro principi regolatori significa che si è stabili, mentre altri considerano che vuol dire essere costanti nel proprio servizio; altri ancora danno diverse varianti di quello che considerano il significato di stabilità. Ma quello che abbiamo menzionato, l’essere costanti nella recitazione dei giri di japa ed essere regolari nel servizio sono sintomi fisici che possono o non possono indicare una reale stabilità.

Il Suddha-bhakti-cintamani tratta il tema della stabilità da diverse prospettive. Cosa significa vera stabilità? nasta-prayesv abhadresu nityam bhagavata-sevaya: “nasta-prayesu”, quando quasi tutte le cose negative del cuore, che sono di tante varianti, sono più o meno sradicate allora c’è stabilità. E per quanto riguarda questo “più o meno”, Srila Prabhupada parla di un “75%”; così quando il 75% delle impurità nel cuore viene sradicato, allora il devoto raggiunge un certo livello di stabilità spirituale che gli permette di pensare a Krishna e di cantare i nomi di Krishna, perché la sua mente e i suoi sensi non sono più distratti quando parla, serve e pensa a Krishna. Come mai? Perché gli effetti degli anartha che ancora rimangono nel cuore sono minimi se paragonati alla quantità di energia devozionale che il devoto ha acquisito.

Quindi, quando parliamo di stabilità, ci riferiamo a un certo grado di purificazione del cuore che secondo Visvanath Cakravarti Thakur ha i suoi tre sintomi: stabilità della mente, della parola e delle attività fisiche. Queste sono elencate in ordine crescente; la forma più sottile di instabilità è nella mente. Un devoto può determinare quanto sia stabile la sua mente da quanto è facile per lui pensare a Krishna, dal fatto di recitare il mantra Hare Krishna e non permettere alla sua mente di vagare e di essere distratta. Può succedere di tanto in tanto, ma nel complesso è in grado di concentrarsi sul santo nome. Con la fermezza della parola è in grado di evitare i prajalpa, i discorsi inutili e sciocchi. E per stabilità delle attività corporee si intende la stabilità dei sensi.

Quindi questi sono i sintomi della stabilità, ma la vera stabilità è quel 75% di purificazione del cuore. Tecnicamente si chiama nisthita bhajana-kriya, quando le kriya, le attività del proprio bhajana sono incrollabili, allora quella è stabilità o, come disse Srila Prabhupada, “fissità” nelle attività devozionali. E per definizione della parola stessa, bhajana kriya, le attività di bhajana indicheranno realmente quanto ci si trovi stabilmente nella coscienza di Krishna. Ad esempio, vedremo spesso come qualcuno sia così fisso nel suo servizio da non avere nemmeno il tempo di recitare sedici giri al giorno, e questo non va bene. Quando a quel devoto viene chiesto di fermarsi, recitare e recuperare i giri che gli mancano, allora vediamo che non riesce a farlo, la sua mente è distratta.

Quindi anche se qualcuno può sembrare molto stabile nelle sue attività, significa solo che ha qualche altra qualifica: può essere che per natura sia molto rispettoso. Che qualcuno sia rispettoso non indica necessariamente che sia costante nel servizio devozionale. Se qualcuno è costante nel servizio devozionale, sarà rispettoso, ma il contrario non si applica automaticamente. Come diceva un mio buon amico: “Giudico qualcuno dal suo japa!”

Quindi questo è nistha bhajana kriya: recitare Hare Krishna, ascoltare lo Srimad-Bhagavatam, stare in compagnia dei vaisnava, adorare la divinità. E quando i devoti hanno posto la loro attenzione sull’esecuzione di queste attività, esiste in loro un gusto naturale e osservabile per queste attività di pura devozione. Anche se può sembrare che non siano così saldi nei loro doveri, tuttavia questo tipo di devoto è superiore a chi può sembrare saldo nei proprio doveri ma che non è saldo nella devozione. Perché in definitiva, anche se si possono imitare le attività esterne, o se si ha un karma o una qualifica particolare e quindi si hanno i sintomi esterni di nistha, tuttavia se non c’è la concomitante purificazione del cuore, allora non si avanzerà alla successiva fase del servizio devozionale, che è rucih.

Il beneficio spirituale di essere costanti nelle attività devozionali significa che ci si concentra veramente sugli atti di sravanam kirtanam, e non si è distratti. Pertanto, essendo senza difetti in quelle attività, si ottiene il pieno beneficio. Questo viene definito rucih: param drstva nivartate, si ottiene un gusto superiore e quando questo accade ci si attacca veramente a Krishna. Questo gusto superiore è l’attaccamento agli atti di devozione, e questi atti maturano in un attaccamento a Krishna, alla Sua forma e ai Suoi divertimenti. Questa diventa la porta verso la trascendenza.

Quindi i vaisnava si sforzano davvero di raggiungere questa purezza di cuore chiamata stabilità, perché da quella fase il servizio devozionale progredisce rapidamente. Non ci sono ostacoli significativi al proprio avanzamento nella coscienza di Krishna e il devoto può davvero andare avanti, tornare a casa, tornare a Dio, senza indugio.

Quindi cerchiamo di essere coscienziosi nel nostro bhajana kriya, anche se non siamo nisthita, anche se siamo anisthita, instabili, quindi con lo sforzo e la buona compagnia dei devoti che sono fissi, evitando le cattive abitudini, evitando la negligenza nelle attività devozionali, evitando le offese, allora il metodo del canto e dell’ascolto fruttificano molto rapidamente e uno dei benefici principali della pianticella rampicante del maturo servizio devozionale è che si diventa stabili. Proprio come un albero che a un certo punto non è più un alberello, non è verde e tenero ed incline a cadere facilmente, ma inizia a sviluppare una corteccia, diventa marrone e forte e può stare in piedi da solo senza alcun tipo di sostegno, così è con il rampicante del servizio devozionale quando viene raggiunto lo stadio di stabilità. E questo è, come dice Srila Prabhupada, lo stadio della purificazione del cuore al 75%, la purificazione dalle abitudini indesiderate.

Hare Krishna.

Sivaram Swami

(da Dandavats)