Nityananda Prabhu apparve nel villaggio di Ekachakra, nel Bengala occidentale, in India, intorno al 1474. Nella Caitanya Caritamrita e in altre scritture è dichiarato che Nityananda Ram è l’avatara di Balarama, l’espansione diretta di Dio, la Persona Suprema, Sri Krishna.

Da bambino venne soprannominato Nitai e aveva un intimo gruppo di amici con i quali imitava i passatempi di Krishna e dei Suoi compagni.

Gli abitanti di Ekachakra erano affascinati da questo bambino speciale e lo amavano come se fosse uno dei loro figli. Vedendo il suo totale assorbimento mentre faceva la parte degli avatara di Krishna, sospettavano che potesse essere lui stesso una sorta di incarnazione divina.

Ogni giorno Nitai metteva in scena un passatempo diverso, e interpretava così bene ogni parte che gli abitanti del vicinato si chiedevano come era possibile che fosse così esperto? Come faceva a conoscere così bene queste storie? Nessuno gli aveva spiegato tutti questi dettagli. In un’occasione, uno dei ragazzini si vestì da Akrura, e portò Krishna e Balarama via da Vrindavana per ordine di Kamsa. Nitai pianse di dolore, sentendo una profonda separazione dalle divine pastorelle e da Krishna, tanto che delle lacrime d’amore scorrevano dai suoi occhi. La sua recitazione era così autentica che tutti coloro che erano presenti si chiedevano se stesse semplicemente recitando o stesse in qualche modo veramente vivendo la parte che interpretava. Interrogato, Nitai rispondeva: “Questi sono i miei passatempi divini e io vi sto permettendo di vederli”.

Tra i suoi ruoli più convincenti era quando faceva la parte di Lakshmana, il fratello di Rama, che rivelò la sua identità divina di Balarama. Per i primi dodici anni, Nityananda Prabhu rimase a Ekachakra e condivise i suoi trascendentali giochi di infanzia pieni di amore con gli abitanti del villaggio.

In pellegrinaggio

Poco prima del suo tredicesimo compleanno, un saggio errante venne nella sua casa e fu accolto come ospite di riguardo da Hadai Pandita, l’affettuoso padre di Nityananda. Con profondo rispetto e ospitalità, Hadai Pandita offrì al suo eminente ospite tutto ciò che aveva e gli disse: “Per favore, sentiti libero di prendere tutto quello che vuoi, la mia casa è la tua casa.” L’asceta spiegò che la sua era una vita semplice e che i suoi bisogni erano minimi. Tuttavia, disse, aveva bisogno di un compagno di viaggio e il giovane Nitai sarebbe stato una persona adatta per quel servizio. Nitai era desideroso di andare e con riluttanza, Hadai Pandita accettò di lasciare andare suo figlio con l’asceta.

Nitai viaggiò di luogo santo in luogo santo per i successivi vent’anni, fino all’età di trentadue anni, e ricevette istruzioni e amicizia dall’anziano sannyasi. Viaggiò per tutta l’India e la santificò con la sua presenza. Mentre Nitai continuava a viaggiare, provando l’estasi di essere in quei luoghi sacri, assumeva sempre di più il carattere di un avadhuta, una persona spiritualmente elevata che è distaccata dall’ambiente materiale e appare come pazza a chi non è ben informato. Il suo modo di agire e il suo comportamento generale divennero sempre più inspiegabili; nessuno poteva capire cosa lo motivasse o perché si comportasse in un certo modo. Ad esempio, a volte danzava in estasi con, avvolto attorno alla testa, il panno destinato a coprire i suoi fianchi.

A Pandarapura (nell’attuale Maharashtra), Nityananda Prabhu incontrò il santo guru Lakshmipati Tirtha. Si dice che Lakshmipati Tirtha sognasse spesso e in modo intenso il Signore  Balarama, e quando incontrò Nityananda, si convinse che questa bellissima e giovane persona non fosse altro che Balarama stesso. In breve essi svilupparono una profonda relazione improntata alla devozione. Secondo alcune autorità, Lakshmipati iniziò Nityananda Prabhu, dandogli il nome da studente di “Svarupa”. Il discepolo più famoso di Lakshmipati fu Madhavendra Puri, che ricevette istruzioni e doni direttamente dalla divinità di Gopinatha. Poiché Madhavendra Puri era più anziano come iniziazione, Nityananda Prabhu lo trattava sempre come se fosse stato il suo maestro spirituale.

In breve tempo Nityananda Prabhu raggiunse Vraja, o Vrindavana, la terra trascendentale di Krishna. La sua estasi aumentò di un milione di volte. Visitando i molti luoghi associati ai passatempi di Krishna, cantò, danzò, si rotolò per terra, rise e urlò come una persona pazza. Con travolgente intensità gridava: “Dov’è Krishna? Dov’è la mia stessa vita e anima?” Mentre queste parole struggenti emanavano dalle sue labbra, tremava senza controllo e delle lacrime d’amore sgorgavano dai suoi occhi come torrenti di pioggia. In quel momento, ebbe una sorprendente visione interiore di Sri Caitanya Mahaprabhu, che aveva completato i suoi passatempi di infanzia e ora si era completamente dedicato alla sua missione. Pensando al suo fratello spirituale, Nityananda rise affettuosamente e così da Sringara-vata si recò a Navadvipa per stare con Caitanya Mahaprabhu.

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“Omaggi a Sri Nityananda Prabhu, che ha una perla a un orecchio, che è il fratello maggiore di Sri Chaitanya Mahaprabhu, e che è il purificatore del mondo.”

L’incontro con Caitanya Mahaprabhu

Correva l’anno 1506, e dopo un arduo viaggio attraverso fitte foreste e in uno stato di devozione simile al trance, Nityananda Prabhu raggiunse la terra di Nadiya, dove risiedeva Caitanya Mahaprabhu. Quando finalmente i due Signori si videro per la prima volta, furono subito sopraffatti da ondate di estasi. Nitai aveva circa trentadue anni e Mahaprabhu venti. Ognuno di loro sentiva che le loro vite ora erano perfettamente complete. Abbracciandosi, piansero quelli che sembravano essere torrenti di estasi.

Nityananda Prabhu, che è identico a Sri Balarama, la prima espansione di Krishna, è considerato il guru originale di tutta l’umanità. Così, subito dopo il loro incontro iniziale, Sri Caitanya Mahaprabhu cercò di onorare Nityananda Prabhu con una cerimonia di adorazione, il Vyasa-puja, degna di un grande maestro spirituale. Tuttavia, Nityananda Prabhu protestò e afferrò tutti gli articoli per l’adorazione e invece lo adorò lui. Nityananda Prabhu continuava a ripetere: “Nimai Pandita [Mahaprabhu] è il mio Signore e maestro! Nimai Pandita è il mio Signore e maestro!” Si svolse allora una competizione su chi avrebbe dovuto essere adorato. Il loro amore trascendentale l’uno per l’altro è indescrivibile.

Da quel momento fino a quando Mahaprabhu lasciò Navadvipa per Jagannatha Puri, Nityananda Prabhu fu sempre al suo fianco. I due biografi della loro vita, Vrindavana dasa Thakura e Krishnadasa Kaviraja Goswami affermano chiaramente che Nityananda Prabhu possiede la chiave del cuore di Mahaprabhu. L’insegnamento della tradizione spirituale di Caitanya è molto chiara: chi pensa di poter raggiungere l’amore per Dio senza prima ottenere la misericordia di Sri Nityananda Rama vive in un’allucinazione.

La liberazione di Jagai e Madhai

Mahaprabhu chiese a Nityananda Prabhu e Haridasa Thakura di servirlo come suoi predicatori e di andare di porta in porta per diffondere il messaggio dell’amore di Dio in ogni casa di Navadvipa. Fu a quel punto che Nityananda e Haridasa incontrarono i due fratelli Jagai e Madhai che erano discendenti di un’illustre dinastia sacerdotale, ma che avevano abbandonato la retta via dei loro antenati per condurre una vita dissoluta.

Quando i due portatori della misericordia di Caitanya Mahaprabhu li incontrarono per la prima volta, Jagai e Madhai erano ubriachi, e stavano creando scompiglio in tutto il villaggio. Nityananda provò compassione per queste anime cadute e pensò che se avessero potuto essere rettificate, la missione di di Caitanya Mahaprabhu sarebbe stata accolta ancora più bene a Navadvipa. Avvicinatosi a questi due fratelli, Nitai li pregò di cantare il santo nome di Krishna e di gustare il dolce nettare della coscienza di Krishna. Ma i due malvagi inseguirono Nityananda per la strada, proferendo parolacce e chiamandolo con dei nomi orribili. Madhai poi lanciò un coccio di un vaso di terracotta che colpì il capo di Nityananda, facendolo sanguinare. (Sebbene il corpo di Nityananda sia perfettamente spirituale, manifestò questo passatempo affinché Jagai e Madhai potessero ottenere la liberazione.)

Quando Caitanya Mahaprabhu seppe cosa era successo, si infuriò e si precipitò sul luogo di persona. Come si può far del male a un’anima gentile come Nityananda? Evocando la Sua divina arma simile a un disco, che è fiammeggiante e luminosa, Caitanya Mahaprabhu era pronto ad uccidere i due malvagi fratelli sul posto, costringendoli a provare cosa fosse l’ira di Dio. La sua rabbia, tuttavia, fu placata da Nityananda Prabhu, che ricordò al Signore che la maggior parte delle persone di quest’epoca sono cadute come Jagai e Madhai, e che la sua missione è liberarle con l’arma dell’amore, non con la violenza. Sentendo queste parole, Caitanya Mahaprabhu fu disposto a perdonare Jagai. Ma Madhai, che aveva perpetrato l’atto malvagio, aveva bisogno di essere perdonato da Nityananda Prabhu stesso. La misericordia di Nityananda Prabhu non conosce limiti ed egli perdonò rapidamente Madhai per tutto quello che aveva fatto.

Quando Jagai e Madhai videro l’amore che c’era tra Caitanya Mahaprabhu e Nityananda e notarono come Nityananda era stato indulgente nei loro confronti, i loro cuori si trasformarono. Decisero di diventare dei devoti e di essere degli entusiasti sostenitori della missione del sankirtana di Caitanya Mahaprabhu. Vedendo la loro sincerità, Caitanya Mahaprabhu prese tutti i loro peccati su di sé. Per alcuni brevi istanti, il suo bel corpo dorato divenne di uno sgradevole colore nerastro. In effetti, quando l’assistente di Yamaraja, Chitragupta, cercò di calcolare tutti i peccati di Jagai e Madhai, non ci riuscì, e crollò per la stanchezza. Dopo il loro incontro con Nityananda, Jagai e Madhai seguirono il più alto livello di servizio devozionale recitando costantemente i santi nomi di Krishna e istruendo gli altri alla devozione al Signore.

Il movimento del Sankirtana

Dopo che Caitanya Mahaprabhu entrò nell’ordine di rinuncia, il sannyasa, per diffondere il movimento del sankirtana del canto congregazionale dei santi nomi di Krishna, i due fratelli si trasferirono a Jagannath Puri, sulla costa orientale dell’India. Lì, Mahaprabhu lasciò Nityananda e proseguì per un tour dell’India meridionale che sarebbe durato due anni. Quando Mahaprabhu tornò, fu lieto di vedere che Nityananda aveva sviluppato il movimento a Puri con l’aiuto dei devoti locali. Tuttavia a Navadvip il movimento spirituale era stato gravemente trascurato, e così nel 1511, Mahaprabhu chiese a Nityananda, che era la guida più preminente del movimento del sankirtana, di tornare nel Bengala.

La vita famigliare e i suoi passatempi finali

Quando Nityananda Prabhu tornò in Bengala su richiesta di Caitanya Mahaprabhu, decise di lasciare il Suo status di avadhuta e di sposarsi. Un notabile di un villaggio di nome Suryadasa Sarakhel aveva due figlie che erano delle grandi devote; i loro nomi erano Jahnava e Vasudha. In quanto ragazze qualificate che provavano un grande affetto per Nityananda Prabhu, furono scelte per sposarLo e Lui, a sua volta, ricambiò il loro affetto. Secondo il poeta Kavi Karnapura, le due ragazze erano delle incarnazioni di Revati Devi e Varuni Devi, le consorti del Signore Balarama.

Dopo qualche tempo Vasudha diede alla luce due bambini, un maschio di nome Virabhadra e una femmina di nome Ganga-devi. Virabhadra in seguito divenne una grande guida nella comunità vaisnava e continuò a diffondere gli insegnamenti di Sri Caitanya nello stato d’animo del Suo eccellente genitore. Tuttavia, subito dopo la nascita dei suoi due divini figli, Vasudha morì e Jahnava promise di allevarli come fossero suoi.

Con il passare degli anni, Jahnava Devi sviluppò la reputazione di essere una Vaisnavi superlativa che incarnava gli ideali della devozione e seguiva la linea tracciata da Sri Caitanya. Iniziò suo figlio Virabhadra così come molti altri membri maschi e femmine della comunità vaisnava. Le principali figure del movimento spirituale di Caitanya Mahaprabhu si rifugiarono ai suoi piedi di loto e personalità come Narottama Dasa Thakura, Srinivasa Acarya e Shyamananda Prabhu la accettarono come la più importante vaisnavi del Bengala.

A Ekachakra, non lontano dal suo luogo di nascita, Nityananda Prabhu fondò un tempio con una divinità di Krishna conosciuta come Bankima Raya, alla cui destra vi era una divinità di Jahnava Devi, e alla sinistra, di Srimati Radharani. I sacerdoti di quel tempio dicono che Nityananda Prabhu si fuse nella forma di Bankima Raya per lasciare questa terra e proseguire i suoi passatempi eterni nel cielo spirituale. Non ci sono altre testimonianze sulla dipartita di Nityananda Prabhu, quindi questa versione è generalmente accettata dalla comunità vaisnava. Comunque sia, la sua presenza è sempre sentita in presenza del proprio guru, perché il guru è considerato una manifestazione vivente dell’amore di Nityananda Prabhu, e il suo potere è quello che dà a un discepolo la capacità di svolgere il servizio amorevole e provare la gioia della devozione.

 Adattato da “Sri Pancha-tattva: The Five Features of God,” di Satyaraja Dasa (Steven J. Rosen)