Il tempio di Mayapur era stato predetto da Srila Bhaktivinoda Thakura.

Fondamentalmente la storia ci mostra che ci sono quattro tipi di persone che affermano di “vedere” il futuro e, escludendo chi dice cose semplicemente assurde, ci sono scienziati che fanno supposizioni basate su fatti concreti, ci sono studiosi come economisti, storici e sociologi che fanno previsioni basate sull’esperienza storica, ci sono artisti, astrologi e altre persone profondamente sensibili che sentono profondamente quello che accadrà o lo leggono nelle stelle, e ci sono i religiosi che affermano di essere collegati a una fonte divina. Tutte queste categorie di persone hanno avuto successi e fallimenti. Delle profezie sono state complete e accurate, ma alcune persone hanno con imbarazzo dovuto rivedere le loro affermazioni.

A causa di questi risultati così contrastanti, troviamo molte persone entusiaste che poi vengono ridicolizzate, o peggio ancora, molti feroci estremisti, e ce ne sono stati in abbondanza di uni e di altri. Ma a parte la serie delle illusioni, dal baco del millennio (Y2K), alla fine del calendario Maya, nel 21 dicembre 2012, dalle profezie bibliche a Nostradamus, alcune predizioni sono avvenute e altre no.

Ma ci sono quelle che si sono avverate. E tra queste – un fatto che potrebbe sorprendere molti – ci sono le predizioni che riguardano Sua Divina Grazia Srila Prabhupada. Queste profezie, almeno quelle verificabili, risalgono a circa cinquecento anni fa, e sono scritte nella Caitanya-bhagavata di Sri Vrindavana Dasa Thakura, una delle prime biografie di Sri Caitanya Mahaprabhu, che è Krishna stesso nella forma del Suo stesso devoto.

Una Coscienza di Krishna mondiale

La maggior parte dei devoti conosce questa predizione che è alla base del Movimento per la Coscienza di Krishna, sono le parole emanate dalla bocca divina dello stesso Sri Caitanya:

prithivi-paryanta yata ache desha-grama

sarvatra sancara haibeka mora nama

“In ogni città e villaggio del mondo risuonerà il canto del Mio nome.” (Caitanya-bhagavata, Antya 4.126)

“Sri Caitanya Mahaprabhu”, scrive Prabhupada, “predisse che i Suoi gloriosi nomi come anche il maha-mantra Hare Krishna si sarebbero diffusi in tutte le città e villaggi del mondo. Srila Bhaktivinoda Thakura e Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada desideravano realizzare questa grande predizione e noi stiamo seguendo le loro orme”. (dal commento allo Srimad Bhagavatam 4.22.42) O ancora: “Prithivite ache yata nagaradi grama. La predizione di Caitanya Mahaprabhu: ‘Ci sono molte città e villaggi sulla superficie del globo, ma ovunque questo mantra Hare Krishna, e il nome di Sri Chaitanya, saranno cantati.’ Questo sta succedendo.” (Conferenza a Hyderabad, 23 novembre 1972)

In effetti, sia Prabhupada che i suoi confratelli riconobbero che era stato lui ad aver adempiuto la predizione: “Anche Sripada Sridhara Maharaja ha apprezzato il mio servizio. Ha detto che la predizione di Caitanya Mahaprabhu: prthivite ache yata nagaradi grama/ sarvatra pracara haibe mora nama, sarebbe rimasta solo un sogno, ma si è congratulato con me per averlo realizzato.” (Lettera a Bon Maharaja, 7 luglio 1975)

Il contesto della profezia originale di Sri Caitanya è illuminante. Troviamo la narrazione completa nel Caitanya-bhagavata dove, nell’Antya-khanda, Mahaprabhu si sta dirigendo verso la città di Mathura, nell’India del nord. Fermatosi a Ramakeli, nel Bengala occidentale, Lui e i Suoi devoti si dedicano a canti e danze in modo estatico (sankirtana) per le strade, affinché tutti possano vederli. Questa dimostrazione pubblica attira l’attenzione negativa di Ala-ud-din Husain Shah (1493–1519), che all’epoca era il sultano del Bengala. Il risultato fu che lui impose un divieto al sankirtana. Questo naturalmente preoccupò i seguaci di Mahaprabhu, e così Egli assicurò loro che sarebbe arrivato il giorno in cui anche i “cuori di pietra” si sarebbero impegnati nel sankirtana e avrebbero versato lacrime d’amore dopo aver ascoltato il santo nome. E’ in questo contesto che Egli disse: prithivite-paryanta yata ache desha grama / sarvatra sancara haibeka mora nama – cioè “Il mio nome [o i nomi di Krishna] si diffonderanno in tutte le città e villaggi del mondo intero (prithiviteparanta).” La narrazione termina con Sri Caitanya che prosegue verso la Sua destinazione, anche se in quel momento non raggiunse Mathura, e tornò invece a Puri.

Ma il punto è questo: prithivite indica che la Sua predizione avverrà “su tutta la superficie della terra”, non solo in India, e se c’è qualche dubbio che si riferisca solo all’India, paryanta ne amplifica il significato: “in tutta la sua completezza”. E inoltre, sarvatra significa “ovunque; in tutti i luoghi; su tutti i lati; sempre . . .” In altre parole, il Suo nome raggiungerà l’intero pianeta. Dovrebbe essere chiaro quindi, che la Sua predizione era questa: “Il santo nome si estenderà oltre i confini dell’India, al resto del mondo”. E questo è stato ottenuto solo con il viaggio di Prabhupada verso l’occidente circa cinquecento anni dopo.

Il contesto è di nuovo importante. Solo sei versi prima, Mahaprabhu sottolinea lo stesso punto: “Mi sono incarnato per inaugurare il movimento del sankirtana, e in questo modo libererò tutte le anime cadute di questo mondo.” (sankirtana-arambhe mohara avatara/ uddhara karimu sarva patita samsara) E due versi dopo dice: “In quest’epoca diffonderò il servizio devozionale, voluto dagli esseri celesti, dai saggi e dagli esseri perfetti, a tutti, compresi gli intoccabili, i miscredenti e gli yavana. . .” (yateka asprishta dushta yavana candala stri-shudra-adi yata adhama rakhala hena bhakti-yoga dimu e-yuge sabare sura muni siddha ye nimitta kamya kare) Uno yavana è uno “straniero”.

In effetti, la Caitanya-bhagavata dà molte di queste citazioni profetiche. Dovrebbero bastare altri due esempi. Advaita Acarya disse a un gruppo di devoti: “Il canto dei nomi di Krishna sarà diffuso in tutti i paesi, case e città.” (sarva-deshe haibeka krishnera kirtana/ ghare-ghare nagare-nagare anukshana) In effetti, tutti gli esseri celesti, guidati da Brahma, affermano questo messaggio: “Il mondo intero sarà saturo del suono del sankirtana e il puro servizio di devozione sarà predicato di casa in casa.” (sankirtane purna haibe sakala samsara ghare ghare haibe prema-bhakti-paracara)

Una profezia simile, che è spesso dimenticata, si trova nella Caitanya-caritamrita (Madhya 7.82), ed è pronunciata dallo stesso Nityananda Prabhu, l’incarnazione del Signore Balarama, il “fratello maggiore” di Sri Caitanya: “Dopo aver visto il canto e la danza del Signore Sri Caitanya Mahaprabhu, il Signore Nityananda predisse che in seguito ci sarebbero stati canti e danze simili in ogni villaggio.” E’ importante citare per intero il breve commento di Prabhupada:

“La predizione di Sri Nityananda Prabhu è applicabile non solo in India ma anche in tutto il mondo. Ciò sta accadendo ora per Sua grazia. I membri della Società Internazionale per la Coscienza di Krishna stanno ora viaggiando da un villaggio all’altro nei paesi occidentali e portano con loro anche le Divinità. Questi devoti distribuiscono numerosi libri in tutto il mondo. Ci auguriamo che questi devoti che stanno predicando il messaggio di Sri Caitanya Mahaprabhu seguano molto seriamente le Sue orme. Se seguono le regole e i regolamenti e recitano sedici giri al giorno, il loro sforzo per predicare il culto di Sri Caitanya Mahaprabhu avrà sicuramente successo.

L’albero della Bhakti

La Caitanya-caritamrita (Adi-lila, capitolo nove) ci parla di un’allegorica pianta della bhakti, in cui Caitanya Mahaprabhu viene immaginato come il giardiniere, e anche il tronco e l’intero albero. Questo albero cresce in modo tale da andare ben oltre le coste indiane: “Da questi due tronchi crescevano molti rami e diramazioni che coprivano il mondo intero.” (9,22) “Così i discepoli, i loro discepoli e i loro sostenitori si sono diffusi in tutto il mondo, e non è possibile enumerarli tutti.” (9.24) “Tutte le parti di questo albero sono spiritualmente coscienti, e così crescendo si diffondono in tutto il mondo”. (9.33) In questo modo, la Caitanya-caritamrita ci offre ancora una volta la stessa predizione.

Nella lingua originale del testo, questi versi utilizzano parole bengalesi jagat (“mondo”, “universo”), sabe sakala bhuvana (“tutte le parti del mondo”) e jagat vyapiya (“diffusione in tutto il mondo”). Al momento della sua stesura, centinaia di anni fa, questo “albero” ovviamente non aveva ancora esteso i suoi rami oltre l’India. Ma poi è successo.

Per chi conosce la tradizione, questa profezia, ancora una volta può solo indicare l’opera di Srila Prabhupada, e Prabhupada stesso lo scrive nella sua spiegazione alla Caitanya-caritamrita, Adi 9.40:

Questa predizione di Sri Caitanya Mahaprabhu si sta effettivamente avverando. Il movimento per la coscienza di Krishna si sta diffondendo in tutto il mondo con il canto del santo nome del Signore, il maha-mantra Hare Krishna, e le persone che conducevano vite confuse e caotiche ora provano una felicità trascendentale. Stanno trovando la pace nel sankirtana, e quindi stanno riconoscendo il beneficio supremo di questo movimento. Questa è la benedizione del Signore, Caitanya Mahaprabhu. La sua predizione si sta veramente compiendo e coloro che sono sobri e coscienziosi stanno apprezzando il valore di questo grande movimento.

Altre profezie

Nel 1892, commentando le parole della Caitanya-bhagavata, Bhaktivinoda Thakura (1838–1914) scrisse un articolo dal titolo Nityadharma Suryodaya (Il Sole nascente del Dharma Eterno), che apparve nel suo diario, Sajjana-toshani. Questo lungimirante articolo spiegava che il movimento di Sri Caitanya si sarebbe diffuso in tutto il mondo, specialmente in Occidente. La parte pertinente dell’articolo, che arricchisce la precedente profezia con specifiche proprie, è come segue:

Lo scopo dell’avatara Caitanya, non è solo quello di salvare (uddhara) alcune persone in India. Piuttosto, il Suo desiderio è quello di liberare le persone in diverse paesi del mondo distribuendo la religione eterna (nitya-dharma). Caitanya stesso dice: “Il mio nome [o i nomi di Krishna che io canto] sarà diffuso in tutte le città e villaggi del mondo intero”. . . Non c’è dubbio che questa inconfutabile previsione si tradurrà presto in realtà. Penso che sia vero che le varie religioni (dharma) che troviamo in tutto il mondo matureranno un giorno per loro volere e diventeranno la religione del canto collettivo dei santi nomi (nama-sankirtana). . . . Non ho dubbi che i tempi siano maturi perché la profezia di Sri Mahaprabhu si adempia. . . . Quando verrà quel giorno in cui le persone in Inghilterra, Francia, Russia, Prussia e America prenderanno i khola (tamburi) e karatala (cembali) e alzeranno le onde del sankirtana, riconoscendo Sri Chaitanya Mahaprabhu?

Egli conclude con un’immagine veramente memorabile: Quando verrà quel giorno in cui gli stranieri dalla pelle chiara (bilatiya shvetavarna purusha sakala) si recheranno a Sri Mayapur-dhama e si uniranno ai vaisnava bengalesi per cantare: “Jaya Sacinandana, Jaya Sacinandana?”. Quando sarà quel giorno?

Pertanto la missione di Prabhupada è l’adempimento della profezia di Mahaprabhu e Bhaktivinoda, con uomini e donne provenienti da tutte le parti del mondo impegnate nell’harinama-sankirtana, utilizzando gli strumenti tradizionali del Bengala del XVI secolo, proprio come suggerisce Bhaktivinoda. Anche questi “vaishnava stranieri” ora visitano regolarmente Mayapur-dhama e cantano anche i molti nomi di Sri Chaitanya, cosa che sarebbe sembrata molto improbabile ai tempi di Bhaktivinoda.

 

Quattro anni dopo la sua predizione iniziale, nel suo libro, Sri Caitanya: His Life and Precepts, Bhaktivinoda scrisse: “La religione predicata da Mahaprabhu è universale e non settaria. . . L’istituzione del kirtana invita tutte le classi di persone, senza distinzioni di casta e razza, a impegnarsi nella più alta coltivazione dello spirito. Questa chiesa, a quanto pare, si estenderà in tutto il mondo…” Ecco ancora un’indicazione della missione di Prabhupada, che avrebbe messo radici settant’anni dopo.

Sebbene i successi della missione di Prabhupada non debbano essere qui ribaditi, va menzionata anche un’altra predizione, fatta dal figlio di Bhaktivinoda Thakura, Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura (1874–1936), il guru di Prabhupada. Sarasvati Thakura fondamentalmente profetizzò la base stessa della missione di Prabhupada, la casa editrice Bhaktivedanta Book Trust, i cui frutti possono essere considerati il ​​fulcro del successo del suo movimento.

Nel 1932, molto prima che Prabhupada viaggiasse in Occidente, il suo guru scrisse un articolo dal titolo “Letteratura Madhva-Gaudiya”. Le sue intuizioni riguardo il futuro sono le seguenti: “La letteratura Gaudiya sarà tradotta in tutte le lingue del mondo dagli agenti della Divina Misericordia al tempo stabilito. . . . [In effetti] la letteratura Gaudiya non rimarrà confinata a lungo alle persone di lingua bengalese. In breve tempo si espanderà e mostrerà tutto il suo splendore attraverso tutte le lingue».

Circa quarant’anni dopo che furono scritte queste parole, grazie al duro lavoro di Srila Prabhupada e dei suoi devoti della Bhaktivedanta Book Trust, la letteratura Gaudiya è stata pubblicata in quasi novanta lingue, dall’albanese all’arabo, dal cinese al croato, dal farsi al finlandese. Srila Bhaktisiddhanta ne sarebbe stato orgoglioso.

Profezie riguardo Srila Prabhupada

Le profezie hanno fatto parte della vita di Prabhupada dal momento in cui è apparso in questo mondo e, come abbiamo mostrato, anche prima. Ma questa profezia al momento della sua nascita è particolarmente significativa, e quindi concludiamo con questo episodio. Satsvarupa Dasa Goswami scrive nella sua Srila Prabhupada-lilamrita (Volume 1):

“Un astrologo fece un oroscopo per il bambino e la famiglia ne rimase molto contenta perché era pieno di buon augurio. L’astrologo fece una previsione precisa: quando questo bambino avrebbe raggiunto l’età di settant’anni, avrebbe attraversato l’oceano, sarebbe diventato un grande esponente religioso e avrebbe aperto 108 templi.”

“E’ nel mio oroscopo”, aggiunse Prabhupada, “vi era scritto: ‘Dopo il settantesimo anno quest’uomo andrà fuori dall’India e fonderà moltissimi templi’. Non riuscivo a capire. ‘Cosa vuol dire? che devo andare fuori dall’India? Quello non è . . .’ E Guru Maharaja lo predisse. Ha detto ai miei confratelli, Sridhara Maharaja e altri, che ‘Farà il necessario quando verrà il momento. Nessuno ha bisogno di aiutarlo.’ Lo disse nel 1935. E dopo tutto, questo era vero, lo disse Guru Maharaja. E all’inizio, al primo incontro, mi disse: ‘Devi fare questo.'”

Questa è una predizione che Prabhupada avrebbe visto avverarsi: dal 1966 al 1977, anno in cui lasciò questo regno mortale, aprì gradualmente un tempio dopo l’altro e l’obiettivo dei 108 centri fu raggiunto verso la fine dei suoi passatempi terreni. Se si guarda l’elenco dei centri ISKCON nella rivista Back to Godhead, in particolare nell’edizione apparsa nel mese della morte di Prabhupada, si possono vedere gli indirizzi di ogni tempio, che terminano con quel numero.

Naturalmente, in qualche modo, la vita di Prabhupada implicava in una certa misura una profezia che si auto-avvera, il che significa che le aspettative date dalla tradizione, naturalmente promuovevano il desiderio di realizzarle. Prabhupada stava effettivamente cercando di raggiungere i suoi obiettivi.

Detto questo, nonostante la predizione dell’astrologo, Prabhupada in gioventù non aveva intenzione di viaggiare all’estero e aprire 108 templi, né pensava di adempiere al mandato di diffondere il santo nome in ogni città e villaggio del mondo. Ebbe una famiglia, avviò un’impresa commerciale e diventò uno dei primi sostenitori del Mahatma Gandhi.

L’adempimento della profezia arrivò più tardi nella sua vita. Come diceva spesso, fu attraverso una trasformazione interiore, innescata dal suo guru, Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati, che il desiderio di portare la coscienza di Krishna nel cuore di tutte le anime si risvegliò dentro di lui, e così facendo realizzò tutte le previsioni di cui abbiamo discusso.

Alla fine, Prabhupada e le profezie vanno di pari passo, e sembra probabile che i suoi grandiosi risultati, preannunciati dai suoi illustri predecessori, diventeranno ancora più conosciuti col passare del tempo. In effetti, si potrebbe facilmente prevedere che questo è esattamente quello che accadrà a tempo debito.

(tratto dalla rivista Back to Godhead)