Domanda: Da devoti, da sadhu, dovremmo concentrarci solo sul cambiamento interiore o dovremmo concentrarci anche sul cambiamento sociale?

Risposta (versione breve)

L’obiettivo principale nella tradizione Gaudiya Vaisnava è il cambiamento interiore. Tuttavia, Srila Prabhupada ha fatto un passo avanti e ha utilizzato le scritture come mezzo di commento sociale per portare un cambiamento nella società. Prabhupada ci ha detto di essere venuto per creare dei Brahmana e i Brahmana dovrebbero ispirare gli altri a portare un cambiamento nella società.

La diffusione della coscienza di Krishna può avvenire a più livelli, secondo l’ispirazione del singolo.

La tradizione della Bhakti ci dice di ispirare le persone ad elevarsi e a nutrire i loro cuori.

Risposta (versione lunga)

Se diamo uno sguardo alla nostra tradizione, vedremo che si è concentrata principalmente sul cambiamento interiore. Vishvanath Chakravarti Thakura viveva a Vrindavana nel periodo in cui i Moghul l’avevano devastata. Fu in quel momento che scrisse il suo commento al Bhagavatam e alla Gita. E nei suoi commenti non dice nemmeno una parola sul saccheggio dei Mughal. Quindi tradizionalmente le Scritture erano viste principalmente come uno strumento di esposizione filosofica. Nella nostra tradizione, Bhakti Vinod Thakura è stato il primo a scrivere dei libri sulle questioni sociali. Ma non ha scritto un commento scritturale unito a un’analisi sociale. Quando leggiamo il suo commento sulla Caitanya Caritamrita, l’Amrita-pravaha-bhasya, esso è un semplice commento spirituale. Bhakti Vinod ha affrontato le questioni sociali in altri suoi libri come Tattva Viveka, e Jaiva Dharma.

Ma Prabhupada ha fatto un passo in più e ha utilizzato le scritture come mezzo per parlare di temi sociali. Questo è senza precedenti nella nostra tradizione. Nemmeno Bhakti Siddhanta Saraswati Thakura lo fece. Srila Prabhupada ha presentato la coscienza di Krishna come un programma di attivismo sociale. Voleva portare un cambiamento nella società come lo voleva anche Bhakti Siddhanta Saraswati Thakura.

Quando parliamo di cambiamento nella società, di cosa stiamo parlando? Un livello è la divulgazione spirituale. Essa ispira le persone individualmente a seguire la Krishna bhakti. Questo è sempre stato fatto. Tradizionalmente i Brahmana insegnavano le scritture e ispiravano gli Kshatriya a compiere dei cambiamenti pratici. Non è che Vishvanath Chakravarti Thakura non fosse preoccupato per quello succedeva a Vrindavana, ma non vedeva i suoi commenti sulle scritture come un mezzo per portare direttamente un cambiamento sociale. Indirettamente, sicuramente tale cambiamento sarebbe accaduto. Come è detto nello Srimad Bhagavatam (SB 1.5.11)

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La letteratura che descrive le glorie trascendentali del Signore Supremo è diretta a provocare una rivoluzione nelle vite empie delle civiltà mal guidate di questo mondo.

Le parole del Bhagavatam portano una trasformazione nella società. Ma non immediatamente. Il Bhagavatam non direbbe: “Oh, ci sono dei governanti  adharmici [contrari al dharma, il dovere religioso], rovesciamoli”. Il Bhagavatam ci dice di rimuovere l’adharma, l’irreligiosità, nel nostro cuore e diventare devoti di Krishna. Prabhupada nei suoi commenti, parla molto della purificazione personale, di una pratica rigorosa della sadhana, della liberazione e del ritorno a Dio. Tornare a Dio è uno dei temi principali delle affermazioni di Prabhupada. Allo stesso tempo, Prabhupada parla molto di cambiare la società. Nell’ultima parte della sua vita, parlava molto di iniziare il Varnashrama dharma. Ma questo è solo un aspetto. La cosa importante è che ha parlato con forza di cambiare la società. Mentre parlava del cambiamento della società, Prabhupada ha enfatizzato alcuni punti e sminuito altri. Ad esempio, Prabhupada non apprezzava molto il “lavoro umanitario”. Ma anche se a volte viene detto che vi fosse completamente contrario, questo non è vero. Se consideriamo il programma Food For Life (“Cibo per la vita”), il modo in cui è iniziato è che Prabhupada vide un bambino affamato e disse che nessuno dovrebbe soffrire la fame vicino ai nostri templi. Vediamo dunque che la fame è un fenomeno corporeo e che Prabhupada si preoccupava per questo.

Il problema per noi, come seguaci di Srila Prabhupada nella Gaudiya Vaisnava sampradaya, è il seguente: “Siamo una società puramente braminica o consistiamo di Brahmana, Kshatriya e anche di altri membri della società?” Se consideriamo i nostro livello di sadhana, come seguire 4 principi regolatori e recitare giornalmente 16 giri di Mahamantra sul japa mala, questi sono delle pratiche brahminiche di alto livello. Prabhupada aveva anche detto di essere venuto per creare dei Brahmana. Quindi, se siamo una società braminica, ci concentreremo principalmente sulle attività braminiche, che includono lo studio e l’insegnamento degli shastra, e lasceremo che altre persone compiano dei cambiamenti sociali. Sebbene abbiano un certo livello di intensità, i Brahmana da soli non cambiano la società. I brahmana influenzano in modo pratico chi può cambiare la società. E chi agirà nel mondo, agirà in base al bisogno pragmatico di quel momento.

Non dovremmo considerare la diffusione della coscienza di Krishna solo come un tipo di sensibilizzazione, ovvero che se svolgiamo alcune attività specifiche, le persone ci seguiranno, diventeranno devote e solo allora il nostro compito avrà avuto successo. Dovremmo piuttosto vedere che la diffusione della coscienza di Krishna può avvenire a più livelli. Anche se alcune persone in senso generale seguiranno la causa del dharma, e vorranno concentrarsi su alcune attività specifiche, possono farlo in base alla loro ispirazione. Tuttavia, un tale approccio non può e non deve diventare l’obiettivo dell’istituzione. Se alcuni individui sono ispirati ad agire in modi particolari, noi non possiamo legiferare o limitarli. Persone diverse saranno ispirate da cose diverse. Quando qualcuno è ispirato da una cosa in particolare, cercare di fermarlo non funziona. Piuttosto che cercare di legiferare sull’ispirazione, dobbiamo riconoscere che ci sono più livelli ai quali può aver luogo la diffusione del dharma.

Ho incontrato un leader Sri Vaisnava molto influente che mi ha parlato della divulgazione spirituale in tre modi. Ne ho parlato con Anuttama prabhu, direttore della comunicazione nella ISKCON, e questo modello gli è piaciuto. Questi tre modi sono:

Intrareligioso: significa che all’interno del nostro gruppo particolare, ispiriamo le persone a salire sempre più in alto. Ciò significa che diventiamo delle persone che praticano con dedizione il vaisnavismo Gaudiya come ci ha insegnato Prabhupada. Questo è un livello di sensibilizzazione.

Interreligioso: operiamo con altre persone con interessi e valori religiosi simili. Ad esempio, Prabhupada scrisse una lettera al Papa, dicendo che avremmo dovuto cooperare insieme per contrastare l’ateismo. Possiamo seguire l’esempio di Prabhupada e personalizzarlo a modo nostro. Interreligione non significa solo noi e i gruppi cristiani. Potrebbe anche significare che all’interno della nostra tradizione lavoriamo con gruppi diversi in momenti diversi. Questo è anche un livello di sensibilizzazione.

Exoreligioso: significa che agiamo con persone che non sono religiose ma hanno un terreno comune. Ad esempio, possiamo lavorare con dei gruppi che potrebbero non essere religiosi, ma sono interessati a rendere il mondo più verde ed ecologico.

Dobbiamo riuscire a capire come poter portare le persone da dove si trovano a un livello più elevato. Se riescono a fare un passo avanti verso la Krishna bhakti [devozione a Krishna], è meraviglioso. Ma se non possono, portiamoli a un livello più alto. Tradizionalmente, quello che accadeva all’interno del nostro movimento era: “O stai con noi o, in caso contrario, ti allontaneremo. Siete dei demoni perché non praticate la Krishna bhakti”. Ma non è così semplice. Le persone si trovano in diverse situazioni. Quindi, se non riescono a raggiungere un livello sufficiente per praticare la Krishna bhakti, allora possono essere incoraggiate a salire un gradino più in alto. Alcune persone potrebbero essere ispirate e pensare: “Ci interessa solo chi pratica la Krishna bhakti, e ci concentreremo su di loro.” Altri potrebbero pensare: “Se ci sono delle persone che fanno un passo avanti, anche questo è un grande cambiamento.” Nella società odierna, se più persone passano dal guna della passione alla virtù, anche questo può portare a un sostanziale cambiamento positivo.

Il Dharma non è un insieme di codici di leggi. Non è che ogni volta che si presenta una situazione difficile, dovremmo avere un “Dharma Google”. Il Dharma consiste maggiormente nel comprendere il traguardo e poi nello scoprire come attuare quel traguardo in una determinata situazione. Con la nostra pratica sincera della bhakti, ci sentiamo purificati e ispirati, e attraverso tale purificazione e ispirazione ci sentiamo di aiutare anche gli altri a migliorare la loro coscienza. Ogni interazione non dovrebbe essere vista come un forum per predicare la coscienza di Krishna. A volte invece di insegnare una filosofia profonda, possiamo semplicemente insegnare alcuni valori fondamentali, che faranno in modo che le persone apprezzeranno i devoti di Krishna. Molto di quegli sforzi dipende da desha, kala e patra (tempo, luogo e circostanze).

Ma le risorse istituzionali non dovrebbero essere utilizzate per promuovere l’ispirazione di un particolare individuo. Se qualcuno è ispirato, può trovare delle persone che la pensano allo stesso modo, formare un certo gruppo e fare quello che desidera per aumentare la consapevolezza delle persone. L’istituzione ha uno scopo e le sue risorse devono essere utilizzate a tale scopo. L’istituzione è più un’organizzazione ispiratrice che legislativa. Non possiamo legiferare. Possiamo piuttosto dare dell’ispirazione alle persone per agire secondo il loro livello.

Per concludere, la tradizione della bhakti non è un pezzo da museo. Il nostro obiettivo non è preservare alcuni artefatti. In un museo tutto è fatto in un modo particolare e tutto è mantenuto così com’è. Qual è l’utilizzo pratico di tutto quello che si trova nel museo? La tradizione della Bhakti in realtà è un giardino dove si coltivano nuovi alberi, sbocciano nuovi fiori e stanno arrivando nuovi frutti. Ci sono dei cuori che hanno bisogno di essere nutriti. Abbiamo bisogno di sbocciare e dobbiamo dare frutti e fiori. Tutto questo è richiesto per il nutrimento dei cuori, e deve essere fatto.

Chaitanya Charan das (dal sito Dandavats.com)