Cocki il pappagallo
Christchurch, in Nuova Zelanda, è una delle città più tranquille e pittoresche del mondo. Arrivato al tempio, che è completamente in sintonia con l’atmosfera della città, entro nella reception e vengo colto di sorpresa da una voce che urla: “Canta Hare Krishna! Jaya Srila Prabhupada!” E’ il famoso pappagallo di Christchurch che mi dà il benvenuto nell’unico modo che conosce.
All’inizio degli anni ’80, Subala Prabhu, il Presidente del Tempio di Wellington, acquistò il pappagallo per il tempio e i devoti lo chiamarono Cocky. Dopo alcuni anni a Wellington, Kalasamvara prabhu lo portò al tempio di Christchurch dove Cocky rimase fino alla sua dipartita. I devoti gli insegnarono a cantare il mantra Hare Krishna, Jaya Prabhupada, Hari Bol, Jay Radhe, Gauranga… e quello era più o meno tutto il suo vocabolario. I devoti si sedevano a cantare il maha mantra con Cocky e lui recitava un buon numero di giri prima di perdere completamente il fiato oppure andare in maya. Quando Suhotra Maharaja veniva a visitarci mostrava una compassione speciale per Cocky. Cantava il Santo Nome con lui. Maharaja, in modo scherzoso, disse perfino che Cocky sarebbe stato il suo primo discepolo. Beh, sembrava seguisse i quattro principi regolatori, cantava Hare Krishna e non faceva molta gramya katha [discorsi inutili]. Gli piaceva tantissimo il prasadam, specialmente l’halava, i pakora e il panir. Quando cantava lo faceva con tutto sé stesso. Potevate insegnargli ogni nome di Krishna e lui lo diceva. Naturalmente dopo un pò non ce la faceva più e cominciava a rivelare la sua natura più bassa e a urlare a pieni polmoni. Questa cosa disturbava i vicini, perché lui faceva di tutto per farsi sentire il più lontano possibile.
Per gli ospiti della festa della domenica Cocky era una fonte di ispirazione e di attrazione. Non appena qualcuno entrava nella reception, Cocky li accoglieva cantando con entusiasmo i Santi Nomi. Spesso quando i devoti cantavano e danzavano si vedeva Cocky dondolare la testa su e giù.
Poi prese perfino parte a una rappresentazione teatrale alla festa della domenica, “L’uccello in gabbia”, e altre ancora. Una volta, per poco non rimase strangolato dalla corda di una tenda. I devoti rimasero scioccati nel sentirlo urlare. Stiamo attenti anche noi! Poi, come per tutti, arrivò il suo momento di andare. Manasi Ganga devi dasi, suo marito e il loro figlio gli cantavano i Santi Nomi nell’auto mentre lo stavano portando dal veterinario e Cocky lasciò il corpo, speriamo per andare in reami superiori. Mataji Jaya Sri poi portò le sue ceneri a Vrindavana per rendere le cose ancora più di buon augurio. Da allora Christchurch non è più stata la stessa.
Hari Bol! Jay Srila Prabhupada!
Il pollo
Malesia 1997. Suona la conchiglia, i devoti attendono con trepidazione il darshan delle Divinità di Sri Sri Jagannath, Subhadra e Baladeva. Al tempio di Kuala Lampur sono le 7:15. Oggi per il darshan si è presentato un devoto veramente insolito. Abbiamo letto di cani, pappagalli, mucche, elefanti, gatti e altri esseri insoliti, ma oggi probabilmente incontriamo l’unico pollo che finora ha preso parte al movimento del sankirtan del Signore Caitanya.
E’ un pollo! Ed ecco che quando si aprono le tende sbatte le ali come un matto. Dopo aver fatto la sua versione di un’abhiseka, i devoti lo cacciano via. Pare sia fuggito dal suo padrone e abbia rinunciato al mondo. Si è sistemato su un albero dall’altra parte della strada. Il pollo si presenta ancora il giorno dopo proprio per il momento della colazione. Dopo aver dato all’entusiasta pennuto del cibo trascendentale, i devoti, “shoo shoo!” lo cacciano ancora via. Ma il giorno dopo eccolo di nuovo, proprio al momento del darshan che ancora salta e canta a modo suo e sbatte le ali. Non è un pollo come tutti gli altri. Giorno dopo giorno eccolo lì, più regolare di molti devoti che risiedono al tempio. Non lo ferma nessuno. Sono stato via per alcuni mesi e al mio ritorno ho chiesto cosa fosse successo al pollo, perché non lo vedevo più per il darshan. Un devoto mi rispose che lo hanno portato alla loro fattoria fuori Kuala Lampur. A quanto pare era successo che nel suo entusiasmo e non essendo stato educato nell’etichetta Vaisnava, faceva un po’ di pasticci sul pavimento fuori dal tempio e i devoti non lo facevano entrare. Il giorno dopo ho fatto una visita alla fattoria e come siamo entrati, chi ci è venuto incontro se non altri che… il pollo! Saltava e batteva le ali con entusiasmo. Ma questa volta non era da solo. Sembrava avesse predicato, infatti dietro di lui come ubbidienti discepoli c’erano due cagnolini randagi. Ovunque il pollo andasse, loro lo seguivano per tutta la fattoria. Quando andava al tempio per il darshan, loro lo seguivano. Il pollo si era preso anche la responsabilità di proteggere i cagnolini. Che pollo fortunato. La volta seguente che andai alla fattoria non lo vidi più. Forse qualche predatore lo aveva ucciso, o meglio, liberato dal quel corpo di pollo. Uno dei suoi ‘discepoli cagnolini’ è ancora alla fattoria e porta avanti la sua eredità.
Il potente topolino
Probabilmente tra tutti gli animali il topolino è quello più utilizzato nel servizio al Signore. In tutto il mondo si impegna molto e compie incredibili atti di devozione; aiuta i devoti a scrivere, pubblica dei libri, ci aiuta nello studio e in molte altre attività devozionali. La vita sarebbe molto difficile senza il suo aiuto. Senza l’aiuto del topolino probabilmente questo libro non sarebbe mai esistito. Comunque, proprio come Maharaja Bharata cadde a causa di un attaccamento a un cerbiatto, noi dobbiamo stare attenti a non cadere nella trappola per topi dell’attaccamento, proprio come oggi rimangono intrappolati molti umani. Se voi non siete sicuri di aver capito, il topolino al quale ci stiamo riferendo (mouse) è quello che pigiate e che fa funzionare il computer in modi meravigliosi.
I buoi e le mucche
In molti Paesi del mondo ci sono tanti esempi di buoi e di mucche che stanno facendo un grandissimo servizio per il Movimento del Signore Caitanya. Le mucche danno così tanto latte e rendono fertili i campi. I buoi arano i campi, tirano i carri del padayatra e compiono tanti servizi umili nelle comunità. Ispirano i devoti, e le persone hanno cambiato la loro vita, specialmente nella loro attitudine nei confronti del consumo di carne. Pochi di noi comprendono quanto sia importante proteggere i buoi e le mucche, quanto sono importanti se vogliamo sviluppare una società cosciente di Krishna. Come potremmo creare l’atmosfera di Goloka, il pianeta delle mucche, senza di loro? Omaggi a tutti i devoti sinceri che stanno dando la loro vita al servizio del più nobile degli animali, così caro a Krishna.
(dal libro Animals in Krishna Consciousness di Janananda Maharaja)