Noi a volte aspettiamo che i GBC, i maestri spirituali e la ISKCON in generale ci diano il via, che facciano le cose e mettano a posto tutto con una bacchetta magica, stiamo aspettando che succeda qualcosa, che qualcuno dall’alto ci dica quello che dobbiamo fare.

A volte succede che i responsabili di una comunità devono sempre dire agli altri ciò che bisogna fare: “Dai la lezione, fai questo o quel servizio…” Siamo troppo dipendenti, dovremmo anche essere noi a proporci e a farci avanti e ad essere creativi, come diceva Srila Prabhupada, dovremmo spremerci le meningi per trovare dei modi per diffondere questo Movimento e migliorarlo sempre di più.

Non serve incolpare le autorità perché non fanno questo o quello, anche loro sono persone, non sono Dio la Persona Suprema, onnipotente e onnisciente; noi possiamo aiutare i responsabili di una comunità comportandoci bene, per non aumentare la loro mole di lavoro nel cercare di gestire una comunità e di ispirare anche loro con il nostro comportamento e cercando di avere delle buone iniziative.

Ogni cosa, ogni progetto, anche il più piccolo, parte dall’avere delle buone relazioni con gli altri. Nessun progetto, nessuna iniziativa di successo può partire e fiorire se non c’è rispetto reciproco, se non sappiamo comunicare, se non c’è amicizia. Se siamo rispettosi, se siamo amici, possiamo fare grandi cose. Quando ci ritroviamo insieme con delle persone con cui stiamo bene e insieme pensiamo e decidiamo cosa fare, allora  si crea una grande forza, la forza dell’espressione, delle decisioni prese insieme, dell’entusiasmo di poter condividere delle buone idee che diventeranno dei buoni progetti. Se l’energia che viene da una persona singola può dare cento, quando due persone si uniscono, la loro energia diventa più che doppia, e questo si chiama sinergia.

E’ una forza entusiasta che crea le situazioni favorevoli; è una forza che sa comunicare e ascoltare gli altri e che non ha paura di dire: “Si, hai ragione, è meglio fare così.”

Questa sinergia si trova quando c’è amicizia e non c’è orgoglio, e nemmeno invidia. Io ascolto le tue idee e tu ascolti le mie idee e mettiamo in atto la migliore idea che non necessariamente è la mia.

Come fare bene, io posso fare questo, ma tu sei bravo a fare quest’altro. Facciamo qualcosa di speciale e di grande per soddisfare i devoti, Srila Prabhupada e Krishna.

Cosa vogliono da noi? Che noi siamo felici, che stiamo bene, che siamo amici che abbiamo una buona relazione con gli altri che abbiamo della gratitudine e dell’affetto per Loro.

In Kali Yuga è difficile avere una buona relazione con tutti ed è difficile fidarsi e affidarsi completamente a molte persone e accettarle. Generalmente, le migliori relazioni si trovano in una buona famiglia o in una comunità di piccole/medie dimensioni, dove tutti si conoscono e cercano di coltivare il rispetto, l’amicizia e tutte le qualità vaisnava.

Non possiamo essere dei devoti ‘Haribol’. “Haribol, come va?” “Hare Krishna, tutto bene!” E poi proseguire senza parlare dei nostri problemi, delle nostre idee e delle nostre comprensioni spirituali. Ci vuole profondità e serietà, queste sono delle caratteristiche del sadhu sanga, la compagnia positiva dei devoti.

Una comunità spirituale dovrebbe essere centrata sulla Krishna katha, sul parlare e discutere insieme di Krishna e dei suoi devoti, sul canto e la recitazione attenta del Santo Nome, e queste attività fondamentali sono compiute insieme. Sankirtan infatti significa glorificare Krishna insieme.

Questo non significa che ogni cosa va fatta insieme, dobbiamo anche trovare del tempo per ritrovare noi stessi in una positiva solitudine, per riflettere, e anche per avere del tempo per stare con gli altri. L’esperienza e i consigli degli Acarya comunque ci dicono molto dell’importanza della buona compagnia, e di quanto possiamo imparare e progredire spiritualmente se impariamo a stare bene insieme con gli altri devoti.

Sajjana Ashraya das