Si dice che avere un po’ di conoscenza sia pericoloso. Possiamo imparare una certa filosofia, ma se non l’abbiamo compresa in modo maturo, equilibrato e completo, possiamo effettivamente causare ancora più danni a noi stessi e agli altri. Recentemente stavo parlando con delle persone riguardo l’amicizia. Mi hanno detto francamente che hanno trovato più integrità, sensibilità d’animo e gentilezza nelle loro precedenti relazioni con la famiglia e gli amici. Speravano che l’amicizia nei circuiti spirituali fosse più profonda, più calorosa e più amorevole. Ma purtroppo, non l’hanno mai veramente sperimentata. Perché le relazioni “materiali” dovrebbero sembrare più intime e strette delle amicizie tra spiritualisti? Sicuramente gli spiritualisti dovrebbero essere le persone migliori per connettersi con gli altri in modo profondo.

Una parte importante della Bhagavad-gita mette in luce la natura temporanea del mondo, la futilità degli atti materiali e la natura temporanea delle relazioni. Le antiche tradizioni spirituali delineano il modo in cui si trova la vera soddisfazione nell’ “altro mondo”. Man mano che ci addentriamo nella realtà spirituale, è facile cadere nella trappola di trascurare quelli che possiamo vedere come rapporti quotidiani temporanei, banali e irrilevanti. Potremmo iniziare a vedere le cose e le persone intorno a noi come non importanti in relazione al “quadro più completo”. Ma la nostra prospettiva spirituale dovrebbe veramente ridurre la nostra attenzione verso le esperienze umane? Forse l’esperienza umana è il ponte per raggiungere la realtà spirituale. Forse ci possiamo preparare per l’ “altro mondo” diventando attenti e consapevoli dei rapporti che abbiamo in questo mondo.

I grandi insegnanti ci hanno mostrato di essere radicati nelle verità eterne, ma allo stesso tempo di essere sensibili al mondo che li circonda. Quando un giovane discepolo chiese a Srila Prabhupada come si potesse identificare uno spiritualista avanzato, fu colto di sorpresa dalla sua risposta. Prabhupada gli disse che “Uno spiritualista è un perfetto gentiluomo.” Il mondo spirituale non è un luogo impersonale, è un luogo di relazioni  meravigliose, di profonde amicizie e di scambi amorevoli. Come possiamo entrare in quel luogo se non abbiamo imparato ad essere così qui? È un’arte essere distaccati senza essere irresponsabili, incarnare la gravità spirituale senza essere freddi e impersonali, avere una visione filosofica senza perdere di vista le emozioni umane. È un’arte trascendere il mondo e allo stesso tempo rimanere completamente “con i piedi per terra.”

Sutapa das

(dal sito www.schoolofbhakti.com)